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Posts written by rocksel

view post Posted: 25/2/2019, 19:20     Stagione primaverile 2019 - La bacheca del fansub
CITAZIONE (Tadao Yokoshima @ 25/2/2019, 12:09) 

Ottimo!

Infatti avevo scritto all'autrice che per la primavera non riuscivo a subbarla in Ita e vedo che è stata comprensiva

>"The staff did not explain the reason for the delay, but said that they will "work hard to deliver a superior work."

...e adesso sapete il perché.

:PPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPP
view post Posted: 14/2/2019, 21:49     Nuova riforma del Copyright - Il salotto del fansub
La libertà d'espressione è garantita... se ristretta a una platea di pochi intimi. In soldoni, i piccoli siti e le startup con fatturato modesto non saranno chiamate a fare il poliziotto del web, cosa che capiterà invece alle compagnie più grosse o presenti da più tempo sul mercato. Buone notizie per i giornalisti e il loro onorario, un po' meno per chi vuole mettere il filmato delle vacanze su Facebook o Youtube che, immagino dovrà dimostrare di avere i diritti per farlo.

Bello il riferimento alle opere pubblicate con scopi di citazione, critica, recensione, caricatura, parodia quasi fosse una concessione (è sempre stato un diritto concesso dalla legge d'Autore). Umoristico il passo sull'"illecitamente eliminato" (è un ok per la censura preventiva: si sistema poi, con calma). Notare infine che il data mining (ovvero ricavare informazioni dagli utenti) è salvo... il Marchese del Grillo, dopotutto, lo aveva detto chiaro.

Buona lettura!

Da Repubblica: www.repubblica.it/tecnologia/2019/...orma-219128142/

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Wikipedia è salva, le anteprime degli articoli molto meno, via libera a meme e parodie anche se rimangono molti dubbi sui controlli preventivi e su chi non debba effettuarli: radiografia all’accordo raggiunto dalle istituzioni Ue sul diritto d’autore
di SIMONE COSIMI

DOPO una lunga trattativa e un iter che più complicato non si poteva Parlamento Europeo, Consiglio e Commissione – il cosiddetto “trilogo” – hanno raggiunto un accordo sulla riforma continentale del copyright. Lo sprint finale rimane a rischio e non è detto si riesca ad approvare definitivamente il provvedimento sul diritto d’autore entro la fine della legislatura: governi e di nuovo l’Europarlamento dovranno dare il via libera definitivo e non è detto che questo accada prima delle elezioni di fine maggio, in seno al Consiglio anche per l’opposizione dell’Italia e di altri Paesi che già avevano votato contro e che cercheranno di costruire una cosiddetta minoranza di blocco (servono 13 Paesi o il 35% della popolazione europea, all’ultimo voto in Consiglio il blocco si era fermato a otto Stati membri).


Agreement reached on #copyright! Europeans will finally have modern copyright rules fit for digital age with real benefits for everyone: guaranteed rights for users, fair remuneration for creators, clarity of rules for platforms. pic.twitter.com/dwQGsAlJvK
— Andrus Ansip (@Ansip_EU) 13 febbraio 2019


Ma cosa accadrebbe, al netto dell’entusiasmo e dei tweet di circostanza delle alte cariche di Bruxelles come il vicepresidente della Commissione Andrus Ansip, se il testo approvato la scorsa notte – tutto dedicato a stabilire le eccezioni all’impianto di base e fortemente voluto da Francia e Germania- entrasse davvero in vigore nei 28?

“Snippet” giornalistici

Uno dei punti più complicati, normati dal famigerato art. 11, era quello degli “snippet”, cioè le anteprime delle notizie degli editori composte e rilanciate dai colossi del web sui propri aggregatori o sui social network. Vedi alla voce Google News – che nei mesi scorsi aveva enormemente premuto sul tema, paventando anche il rischio di una sua chiusura e dunque di un’importante perdita del traffico dati – o Facebook. Bene, secondo l’accordo si potranno continuare a condividere ma senza abusarne. Dovrà cioè essere più sintetici. Molto più sintetici. Rimane da capire se saranno ugualmente efficaci e che cosa significhi davvero “molto brevi”: se infatti si andrà oltre qualche parola, ai player digitali occorrerà una licenza contrattata con i singoli editori e della durata biennale. La direttiva prevede anche che gli editori condividano con i giornalisti i proventi di questi accordi, anche se rimangono margini molto ampi per consentire ai governi di mantenere le proprie legislazioni, tendenzialmente più sfavorevoli.

“Il diritto d’autore è un diritto molto formale, cioè un diritto di stretta applicazione, non ci sono margini di manovra – spiega Fulvio Sarzana, giurista esperto in diritto dei media, a Repubblica – di ognuno di questi passaggi, penso per esempio agli snippet, dobbiamo cioè provare a immaginarne l’applicazione concreta. Di fatto, la riforma spinge i colossi a stringere accordi per le licenze d’uso con gli editori e i gruppi editoriali, riducendo a scheletro le anteprime dei contenuti liberamente utilizzabili. Dalla direttiva restano inoltre esclusi blog, pagine commerciali, siti professionali: non si capisce se siano esentati o meno dall’applicazione ed entro quale misura”.


Meme e parodie

Sarà ancora possibile, accade per esempio sui social, caricare opere e lavori protetti dal diritto d’autore ma pubblicati con scopi di citazione, critica, recensione, caricatura, parodia o “pastiche”, cioè imitazione. Gli onnipresenti meme e le gif, per esempio, continueranno a rimanere disponibili e condivisibili senza dover temere la tagliola dei filtri. Filtri di controllo che in effetti la direttiva non prevede formalmente, neanche all’art. 13. Tuttavia i più duri contestatori del provvedimento pensano che alle grandi e piccole piattaforme non rimarrebbe soluzione, per controllare preventivamente i contenuti caricati dai loro utenti ed evitare responsabilità legali dirette, che procedere a verifiche automatizzate un po’ sulla falsa riga del sistema Content ID di YouTube. Il testo prevede anche che se un contenuto di questo tipo viene illecitamente eliminato, i cittadini devono poter fare appello attraverso un non meglio precisato meccanismo di verifica. “Anche in questo caso – aggiunge Sarzana – se interpretiamo in maniera letterale quei tipi di contenuti sarebbero salvi. Ma le pratiche del web non sono così chiare e l’idea che i filtri automatici siano così raffinati da separare con precisione il meme satirico o il contenuto critico da quello che viola tout court il diritto d’autore è un’illusione. O meglio: dovrebbero dimostrarcelo”.

Il controllo alla base

Le startup con un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro saranno esentate dall’applicazione dell’art. 13, quindi dal controllo preventivo dei contenuti di cui si parlava in precedenza. Proprio per consentire loro di crescere e non finire schiacciate da costi e vincoli che ne stornerebbero energie e risorse su un meccanismo certo non semplice da sviluppare in casa come se tutti fossero Google. Tuttavia i vincoli sembrerebbero molto limitati: oltre al fatturato, le piattaforme sollevate non devono avere più di 5 milioni di utenti mensili ed essere sul mercato da meno di tre anni. E in ogni caso dovrebbero dimostrare di essersi impegnate per aver ottenuto le licenze d’uso da parte dei legittimi detentori dei diritti. “Questo è forse uno degli aspetti più problematici – spiega l’esperto – per quale motivo non si è scelto di intervenire sulla soggettività delle realtà esentate dal controllo preventivo invece di disegnare questo identikit difficilmente calabile nella realtà? Si sarebbe dovuto, con maggiore chiarezza, separare i cosiddetti “over the top” dalle piccole e medie imprese e dalle piattaforme che magari stanno sul mercato da dieci anni, hanno sempre mantenuto un fatturato limitato e che tuttavia sarebbero gravate da un impegno di controllo così pesante”.


Wikipedia & co.

L’enciclopedia libera e condivisa è stata in questi mesi l’avanguardia dell’opposizione alla direttiva, oscurando anche le sue pagine per protesta. Le eccezioni la escludono in modo esplicito dall’applicazione così come accade con le piattaforme di software open source come GitHub, i servizi cloud o l’ecommerce dall’applicazione della direttiva. Le eccezioni riguardano anche il text e data mining, le attività di insegnamento online anche transfrontaliere e la conservazione e diffusione online del patrimonio culturale.

“Questo è il fronte più chiaro e, per certi versi, l’unica vittoria evidente – conclude Sarzana – certo è che ci troviamo di fronte a un provvedimento che ha affrontato un percorso ricco di pressioni e ostacoli legati soprattutto ai conflitti d’interesse di tutti a Bruxelles, da qualsiasi parte lo si voglia vedere. Un iter complicato che ha partorito un mostro senza nome le cui prescrizioni saranno difficilissime da applicare, considerando anche gli ampi margini di manovra lasciati alle legislazioni nazionali”.
view post Posted: 4/12/2018, 15:31     Stagione primaverile 2019 - La bacheca del fansub
Chihayafuru 3 -> Chokoreto + chiunque voglia
Fruits Basket -> benvenuti nel 2001 ??
view post Posted: 26/9/2018, 18:10     +1Il topic dei FAIL jap - Fun & Fail
Mi sembra giusto... è slow perché vuole essere cauton. :D :rolleyes:
view post Posted: 7/9/2018, 14:46     Nuova riforma del Copyright - Il salotto del fansub
CITAZIONE (rufy94 @ 7/9/2018, 13:02) 
CITAZIONE (rocksel @ 7/9/2018, 12:55) 
Che nel contesto di questo thread significherebbe...? :huh:

[...]Ripiegare sui giganti del web mi sembra quanto meno avere più senso...

La scusa ufficiale è quella, analogamente a quella di "terrorismo" usata dal Presidente Bush Jr per il "Patriot Act" e autorizzare intercettazioni in barba agli emendamenti costituzionali. In uno stato democratico non esistono leggi che si applicano solo a certe persone, enti o società. Le leggi valgono per tutti. Ad esempio, se passasse la legge così com'è questo thread diverrebbe illegale.

Riporto un link a un articolo che, forse spiega meglio le cose (non permettono il copia e incolla)

www.guidafisco.it/riforma-copyrigh...coli-11-13-2104
view post Posted: 7/9/2018, 11:55     Nuova riforma del Copyright - Il salotto del fansub
CITAZIONE (rufy94 @ 7/9/2018, 12:14) 
Mi sembra giusto... "Da grandi poteri derivano grandi responsabilità"

Che nel contesto di questo thread significherebbe...? :huh:
view post Posted: 6/9/2018, 09:08     Nuova riforma del Copyright - Il salotto del fansub
Confidando che la gente dopo un paio di mesi dimentichi tutto (e non a torto), i giornali ritornano alla carica con la questione della modifica del Copyright con una notizia perlomeno fuorviante, cioè quella di una legge che coinvolge solo i giganti del web.

https://www.repubblica.it/tecnologia/2018/...sano-205703498/

CITAZIONE
Copyright: nove italiani su dieci pensano che i giganti del Web debbano pagare per i contenuti che usano


Secondo un’indagine europea, da noi l’89 per cento dei cittadini concorda sul fatto che i colossi della Silicon Valley corrispondano agli autori il giusto se usano il loro lavoro


ROMA - “Paghiamo per un buon paio di scarpe, per un buon film o per vedere una partita di calcio. Non si capisce perché non dovremmo pagare per una buona informazione”. Così Yuval Noah Harari, storico israeliano autore di best-seller Sapiens. Da animali a dèi, Homo deus, parlando del suo ultimo saggio 21 lezioni per il XXI secolo (Bompiani) appena uscito in Italia.

Non è il solo a pensarla così. L’indagine Copyright & US Tech Giants ha raccolto l’opinione dei cittadini dell’Unione europea in vista del voto del 12 settembre alla plenaria di Strasburgo, quando il Parlamento europeo torna a votare la cosiddetta riforma del copyright per far pagare ai colossi del Web un compenso ad artisti e autori di contenuti distribuiti sui social network e piattaforme digitali. Condotta da Harris Interactive su 6600 persone in Europa rappresentative della sua popolazione, ha dato un risultato molto netto: a favore della riforma l’89% degli italiani, dato maggiore rispetto alla media europea che arrivata comunque all’87%.

We proposed that teachers have the right to use more material to illustrate their courses without the need to seek prior authorisation from right holders. #copyright #digitalrights #EUandMe https://t.co/ix05AEeHGD pic.twitter.com/dTXAlSJwAd
— Andrus Ansip (@Ansip_EU) September 3, 2018

Lo studio è stato commissionato da Europe for Creators, movimento di cittadini, creativi e quasi 250 organizzazioni a sostegno della Direttiva Europea per il Copyright, per scoprire l'opinione degli italiani e della popolazione di altri sette Paesi europei in merito alla Direttiva Ue. Indagine di parte quindi, ma con percentuali a favore così alte da diventare significative. E che sposa il punto di vista di figure come Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione europea e Commissario per il mercato unico digitale.

E' stata chiesta anche l’opinione relativa all’articolo 11 della Direttiva, erroneamente chiamata “link tax”, che prevede una forma di compenso a favore dei creatori dei contenuti protetti da copyright. In linea con la proposta della Direttiva, l’86% del campione italiano, ritiene che siano i giganti del Web a dover remunerare gli editori quando riutilizzano i loro contenuti, come foto, articoli e video.

Quattro italiani su cinque (78%), ancora una volta percentuale più alta rispetto agli altri Paesi europei, ritengono che i colossi della Rete, da Facebook a Google, abbiano più potere rispetto all’Unione Europea. Tanto che il 62% degli italiani, in linea con la media europea, teme che i "tech giants" americani con la propria influenza compromettano il corretto funzionamento della democrazia in Europa.

Infine, quasi sette italiani su dieci (66%), in linea con la media europea, ritiene che i giganti del Web non condividano in modo equo i ricavi generati dalle proprie piattaforme con i creatori di contenuti. Oltre ad eludere le tasse in barba a qualsiasi principio di equa e libera concorrenza.
view post Posted: 17/8/2018, 00:39     Lavori in corpo - Episodio 06 - Il salotto del fansub
Posto qui delle immagini che riguardano l'episodio 6, per conoscenza.

Le ho presentate ai diretti interessati i quali mi hanno assicurato che le frasi nelle immagini sono corrette (tranne la penultima che riporta un evidente typo). L'elenco quindi serve per esporre i miei personali limiti non dico grammaticali ma di sicuro semantici che mi affliggono.

https://imgur.com/a/Opsxsgt

Trovo strano l'uso di troppo. "Coincidenza" è o non è, non ha valori intermedi. Come dire: è troppo incinta.

https://imgur.com/a/ulJH1k9

Lei cade. Il tizio attutisce l'atterraggio. Lei usa il tizio per ammortizzare la caduta. "Mi serviva qualcosa che ammortizzasse." altrimenti mi sembrerebbe una frase monca, tronca.

https://imgur.com/a/WrtPdcm

Secondo me è impreciso, manca qualcosa. In ogni caso, "cellule dell'immunità" non si riferisce univocamente a nulla.

https://imgur.com/a/9cKvRuL

Uso un po' insolito di seria. Senza scomodare Flaiano (seria e grave non si escludono a priori), "La situazione si fa seria."/"La situazione è grave."

https://imgur.com/a/wjvqkrd

Il typo che può sempre accadere.

https://imgur.com/a/id3fUCQ

Mi colpisce la scelta della frase. Sono in due, l'altra sa che lui è un impostore. Ingenuamente (uso un termine "buono"), in quella situazione, mi sarei aspettato un "Mi hai scoperto, eh?". Me ne farò una ragione.
view post Posted: 30/7/2018, 13:43     Stagione estiva 2018 - La bacheca del fansub
CITAZIONE (Tadao Yokoshima @ 30/7/2018, 13:36) 
Non è ancora ufficiale, ma si può praticamente dare per certo: Yamato ha acquisito Cells at Work.

Yamato
view post Posted: 6/7/2018, 12:40     Nuova riforma del Copyright - Il salotto del fansub
Tanto per capire l'affidabilità dei filtri.

Fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2018/07/05...0-C4-P2-S1.4-T1

CITAZIONE
"E' razzista": Facebook censura la Dichiarazione d'Indipendenza americana

Gli algoritmi del social network non apprezzano il linguaggio del documento fondativo statunitense, e rimuovono un post di un giornale che celebrava il 4 luglio, il giorno dell'indipendenza americana. Poi le scuse e il dietrofront

L'algoritmo di Facebook sembra presentare qualche falla. La piattaforma social ha censurato la Dichiarazione d'Indipendenza Americana, postata da un piccolo giornale del Texas, il "Liberty County Vindicator", a ridosso della festa americana del 4 luglio, il cosidetto Independence Day, che celebra appunto l'adozione del documento.

A Facebook il documento sacrosanto per il popolo stelle e strisce, firmato più di due secoli fa (nel 1776), non è piaciuto. Gli occhi elettronici del social hanno subito scovato quel riferimento di Thomas Jefferson agli "spietati selvaggi indiani", catalogando la Dichiarazione come "hate speech". E così il documento fondativo del popolo americano è stato subito censurato, come se fosse stato scritto da uno dei tanti troll che infestano di odio il web.

Il social network si è presto reso conto della falla commessa dagli algoritmi, reintregando il post rimosso e facendo un mea culpa. "Sembra che abbiamo fatto un errore e abbiamo rimosso qualcosa da voi postato su Facebook che non era contrario agli standard della nostra comunità. Ce ne scusiamo e vi informiamo che abbiamo ripristinato il vostro contenuto e rimosso ogni limitazione del vostro account legata a quell'intervento non corretto," ha scritto il social al giornale del Texas.

La risposta del direttore del "Liberty County Vindicator", Csey Stinnett, non è tardata ad arrivare. "Forse se Thomas Jefferson avesse scritto 'i nativi americani sono in una fase difficile di sviluppo culturale' sarebbe stato meglio. Purtroppo Jefferson, come molti coloni britannici suoi contemporanei, non aveva una visione propriamente amichevole dei nativi americani," ha commentato Stinnett con ironia.

Ci sono circa 15,000 dipendenti Facebook che, con l’aiuto degli algoritmi, si occupano esclusivamente di individuare contenuti che corrispondono agli standard del cosidetto ‘hate speech’, ovvero un attacco diretto verbale che si basa su “caratteristiche protette”, come sesso, etnia e religione. La piattaforma prevede di incrementare il numero a 20,000 impiegati – azione forse necessaria data quest’ultima censura eclatante e tutti i post realmente problematici che vengono lasciati in rete.
view post Posted: 5/7/2018, 16:24     +1Nuova riforma del Copyright - Il salotto del fansub
Il voto rinviato a settembre, sperando che la gente dimentichi. Immagino.

Personalmente rimango allibito quando i giornali (per motivi che sfuggono alla mia comprensione) cercano di far passare certe leggi dapprima sotto silenzio, non parlandone affatto e poi, quando non grazie a loro (e alla faccia del loro ruolo) la notizia viene di dominio pubblico, svilendo gli sforzi di chi non vuole una legge formulata in un modo che (evidentemente) non fa comodo a qualcuno tacciandola come basata su fake news e fonte di pressioni indebite. Pressioni indebite. Pressioni indebite? Quelle di chi vuole scrivere al proprio rappresentante/deputato?

Al netto degli schieramenti politici coinvolti (la libertà di espressione va oltre) a titolo d'esempio ecco come Repubblica presenta il problema:

Fonte: www.repubblica.it/tecnologia/2018/0...0-C8-P2-S1.8-T2

CITAZIONE
FILTRI AUTOMATICI PER I CONTENUTI CHE VIOLANO IL COPYRIGHT

L’articolo 13 riguarda il diritto d'autore per le opere artistiche caricate dagli utenti sulle piattaforme online, come YouTube. Il principio dietro è molto semplice: grazie alla facilità con cui è possibile pubblicare in Rete contenuti in violazione del copyright, fino ad ora i guadagni generati dalla pubblicità sono finiti nelle mani di chi questi contenuti li distribuisce, più che di chi li produce. Così la riforma si propone di dar maggior potere agli autori, quando le loro opere vengono messe online senza consenso. Per farlo si prevede l'utilizzo di filtri automatici che siano in grado di controllare tutti i contenuti caricati dagli utenti preventivamente e se riscontra una violazione del diritto d'autore, impedirne la pubblicazione.

- Il copyright si viola indipendentemente dal fatto che chi utilizza "cose non sue" associ pubblicità o meno
- I contenuti non vengono messi solo su Youtube e non tutti i siti su cui vengono caricati hanno un colosso come google alle spalle che lo può dotare di filtri "antifrode copyright"
- I siti web devono tutelare attivamente i diritti d'Autore, impedendo la pubblicazione di materiale che, secondo il filtro, lo viola. Nessun filtro riconosce la satira, il diritto di citazione. Tra esseri umani questo tipo di filtro si chiama "pregiudizio": infatti, nel dubbio, il contenuto dovrà essere eliminato. Che fine farà il diritto di esprimersi liberamente?
- Viene invertita l'onere della prova: per dio filtro si è colpevoli fino che non si dimostra il contrario. Nel frattempo, come minimo, si viene azzittiti e impossibilitati ad esprimersi. Poi, in un secondo momento, si spera che qualcuno abbia il tempo di esaminare il proprio caso e di modificare il divino filtro in modo tale da poter ottenere nuovamente (magari pagando) il diritto di poter esprimere il proprio parere.

Sostanzialmente (per quanto riguarda ciò che ora è permesso, cioè satira, citazione, studio ecc.) deve passare il concetto che, per aumentare gli incassi di qualcuno, è buona cosa che tutti gli altri debbano stare zitti, chiedere la parola e sperare che qualcuno (dietro compenso) gliela conceda. Ridicolo.

Se proprio qualcuno è geloso del proprio lavoro e non vuole che i propri articoli vadano in internet pubblichi a pagamento in un sito chiuso e magari usando qualche tecnologia che ne impedisca la copia (cosa già possibile adesso). Invece, chissà perché, si punta ad azzittire gli altri.

Faccio notare che NON ho chiesto a repubblica (e alle altre fonti) il permesso di mettere il link al loro articolo e di poterlo citare perché ATTUALMENTE il diritto d'Autore me lo consente: in futuro ne dubito che potrà essere possibile. Così, la prossima discussione su dei diritti che potremmo perdere sarà fatta senza citazioni o pagando un bel po' di soldi a chi i diritti già ce li avrà tolti.

Ammesso che, ovviamente, lo si venga a sapere.

Edited by rocksel - 5/7/2018, 18:25
view post Posted: 3/7/2018, 10:42     +1Nuova riforma del Copyright - Il salotto del fansub
Fonte: http://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia...48dedc1af2.html

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CITAZIONE
Wikipedia Italia si blocca contro legge Ue su copyright
Nuove norme verranno votate dal Parlamento Ue il 5 luglio

Wikipedia Italia si blocca per protestare contro la direttiva sul copyright che verrà votata il prossimo 5 luglio dal Parlamento europeo in seduta plenaria.

"Se promulgata, limiterà significativamente la libertà di Internet - si legge sul sito italiano -. Anziché aggiornare le leggi sul diritto d'autore in Europa per promuovere la partecipazione di tutti alla società dell'informazione, essa minaccia la libertà online e crea ostacoli all'accesso alla Rete imponendo nuove barriere, filtri e restrizioni. Se la proposta fosse approvata, potrebbe essere impossibile condividere un articolo di giornale sui social network o trovarlo su un motore di ricerca. Wikipedia stessa rischierebbe di chiudere".

Proprio ieri la popolare enciclopedia online si era attivata con un banner per difendere la libertà di espressione sul web.

"La comunità italiana di Wikipedia - si legge sul sito - ha deciso di oscurare tutte le pagine dell'enciclopedia. Vogliamo poter continuare a offrire un'enciclopedia libera, aperta, collaborativa e con contenuti verificabili. Chiediamo perciò a tutti i deputati del Parlamento europeo di respingere l'attuale testo della direttiva e di riaprire la discussione vagliando le tante proposte delle associazioni Wikimedia, a partire dall'abolizione degli artt. 11 e 13, nonché l'estensione della libertà di panorama a tutta l'UE e la protezione del pubblico dominio".

La direttiva Ue - spiega ancora Wikipedia - ha già incontrato la ferma disapprovazione di oltre 70 studiosi informatici, tra i quali il creatore del web Tim Berners-Lee (qui), 169 accademici (qui), 145 organizzazioni operanti nei campi dei diritti umani, libertà di stampa, ricerca scientifica e industria informatica e di Wikimedia Foundation. Già ieri, con un banner presente su ogni pagina dell'enciclopedia libera, la comunità di Wikipedia aveva preso posizione in modo netto in difesa di una Rete aperta e contro la proposta di nuova direttiva Ue sul copyright. La decisione è stata assunta dai volontari attivi sui wiki per sensibilizzare i deputati del Parlamento europeo in vista del voto del 5 luglio a Strasburgo.
view post Posted: 27/6/2018, 14:57     Nuova riforma del Copyright - Il salotto del fansub
Fonte: www.nationalreview.com/2018/06/eu-...e-memes-killed/

CITAZIONE
The EU’s Horrendous Copyright Proposal
By Jimmy Quinn

June 26, 2018 2:28 PM

This is the wrong way to address online publishers’ grievances.

In the clickbait version of the story, the proposed EU Copyright Directive would kill memes.

It would. And it would have more pernicious effects as well.

The directive advanced through the European Parliament’s Legal Affairs Committee last week; early next month a plenary session of the parliament will vote on it. If it passes, the legislation will move to a reconciliation process with other European institutions that could conclude by the end of the year. Should the policy survive that step as well, EU member states would implement it over the next few years. This would be an unmitigated disaster.

Proponents of the legislation argue that online companies are taking advantage of traditional publishers. The rapport between traditional newspaper companies and Google provides a pertinent example: Last year the search giant ended a “first click free” policy that required publishers to provide readers three paywall-free articles if they wanted their stories to be displayed in search results. Following backlash from publishers, the policy was reversed.

While content creators are one of their crucial constituencies, the platforms — which set the rules of play and attract massive, indispensable audiences — hold all the power in the digital world. The directive seeks to rebalance this asymmetrical relationship by making copyright infringement online more difficult and by ensuring compensation for content. It’s an attempt to establish a semblance of order in the digital Wild West.

Article 13 of the proposed directive creates incentive for digital platforms, such as Google and Facebook, to implement “upload filters” to keep out unlicensed content. As EU copyright law currently stands, companies are liable for unlicensed content uploaded to their platforms only after they have been alerted to the violation. However, under the Copyright Directive, companies would be liable the moment that delinquent content was uploaded. Since platforms couldn’t possibly police uploads manually, they would have no choice but to develop filters that immediately identified and blocked copyright-infringing content.

Experts worry that these filters would overreach in order to protect companies from litigation. Content that falls into a “gray area,” where copyright infringement is possible though not certain, would be blocked out of an abundance of caution, opening the possibility that platforms would censor legal content. Needless to say, this is undesirable.

Maud Sacquet, a senior manager of public policy at CCIA Europe — the industry group that represents Google, Facebook, and other tech companies in Washington and Brussels — tells National Review that “the problem with filters is that they do not recognize parody. . . . To know whether something is a copyright violation you need to understand context.” In other words, satirical content that modifies copyrighted material yet does not infringe on copyright protections could well be blocked.


YouTube has spent many years and countless millions of dollars to develop its own upload filter — called “Content ID” — which is perennially assailed by online video creators as a barrier to their work. Prone to mix-ups that deprive YouTubers of ad revenue, difficult to appeal, and subject to copyright trollery, the Content ID system makes a mess of protecting proprietary content. At Vice, Cory Doctrow puts it succinctly: “The EU proposal doubles down on this failed, $60,000,000 American corporate boondoggle and turns into European law, but expanded to every kind of copyrighted work.”

Clearly, developing upload filters costs quite a bit of money. Like the EU’s recent GDPR consumer-privacy regulation, the Copyright Directive would raise costs, forcing big platforms to direct legions of lawyers to guarantee compliance while driving small competitors out of business or away from the continent. This in addition to the chilling effects on speech these filters will necessarily have.

Another provision that would limit access to content is called the “link tax”; it would essentially require platforms to compensate content creators each time their work is shared. While copyright law already prohibits the reproduction of content in full, the directive would ban or limit the short snippets of text in link previews found on search engines and social-media sites in the absence of a licensing agreement. This would obscure user awareness of what’s behind the links they see, likely depressing traffic to the linked websites.

Julia Reda, a Green-party member of the European Parliament from Germany, has seen this movie before. She has spearheaded the opposition to this legislation and compares the link tax proposed with measures enacted in Germany and Spain a few years ago. When Germany passed its link tax in 2013, the decline in traffic to media sites was so pronounced that many publishers simply let Google publish their article snippets without a licensing fee. The publishers, however, did not extend this licensing agreement to Google’s smaller competitors — and to this day, searches on the German version of Yahoo’s news service yield results with short headlines and no article preview.

When Spain enacted a stronger link tax in 2015, Google simply terminated its news feature in the country; this was fine for larger publishers who could count on continued traffic, but smaller websites faced a digital drought. While El País, the largest daily in Spain, should count itself among the beneficiaries of such a provision, it spoke out against the European-level proposal in an editorial that says it “suffocates the process of digital transformation.” Indeed, a study commissioned by a Spanish publishing trade group found that the consequences of the measure are “unevenly distributed, affecting primarily small or lesser-known publications such as native digital newspapers.”

This is why Sacquet says the directive “will be detrimental to the freedom of expression, creativity, innovation online, and globally speaking, to the European digital sector.” Link taxes have consistently been shown to harm small media outlets and platforms.

The digital sphere is undergoing a renegotiation of the terms of power between old and new media. By pushing back against the new sources, however, champions of old media in the EU have overplayed their hand, resulting in a regulation that will almost certainly harm the very industry it was conceived to help. This is important because the debate over how best to mediate between the new and the old in the digital realm holds repercussions that will be heard far beyond the European Union; the failure or success of this gambit and the effects that follow will enlighten future attempts to regulate technology companies.

Publishers often have a legitimate case when they argue that platforms are free-riding on their work and coercing them to act against their own interest — look at the free-click policy that Google tried. However, the provisions advanced by the Copyright Directive are clumsy and dangerous. What would instead be prudent is dialogue; big media needs big tech and vice versa. Heavy-handed regulation like this only freezes out the little guys and limits online speech.
view post Posted: 27/6/2018, 14:23     Nuova riforma del Copyright - Il salotto del fansub
Fonte: www.ansa.it/europa/notizie/rubriche...21228b3b6d.html

(Nota: la proposta si riferisce agli snippet che, in presenza di un link, di solito presentano un'immagine e un testo breve, non un articolo completo. Per l'articolo 13 inoltre diventerebbe illegale quello che sto facendo in questo momento, ovvero linkare - e ancor più - citare articoli e riportare. Complimenti a Tajani che, da Presidente, dovrebbe essere super-partes.)


CITAZIONE
Copyright Ue: Tajani,verità non è piattaforma Rousseau
'Così si conculca la libertà di stampa'
27 giugno, 14:56

(ANSA) - BRUXELLES, 27 GIU - "Quando si parla bisogna conoscere le cose e quando si dice di voler difendere la libertà bisogna lavorare non per conculcare la libertà, perché così si conculca la libertà di stampa, si uccide la voce dei giornalisti, perché si mettono le piattaforme in condizione di utilizzare tutti i tipi di informazione, comprese le fake news.

La verità non è la piattaforma Rousseau. Noi dobbiamo dare delle regole alle piattaforme”: così il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani è tornato oggi su quanto detto dal Luigi Di Maio sulla riforma del copyright Ue.

La riforma del copyright messa a punto dall'Ue, ha osservato Tajani, "è una norma che verrà approvata dal Parlamento che va nella direzione della libertà di tutti gli autori". "Vorrei chiedere al vice primo ministro italiano - ha aggiunto - come intende garantire gli stipendi dei giornalisti, di tutti coloro che lavorano nell'industria che produce film, che produce opere, se tutti questi prodotti vengono diffusi gratuitamente. Chi se ne occupa? Il vice primo ministro offre lui? Con il suo stipendio paga lo stipendio a tutte le persone che perderanno il lavoro?", ha concluso Tajani.(ANSA).

Fonte: www.rockol.it/news-692406/maio-con...e-confindustria

(In arancio, un passaggio dalla logica... sfuggente :D )

CITAZIONE
Luigi Di Maio contro la proposta europea di riforma del diritto d'autore: proteste anche da SIAE e Confindustria Cultura

Dopo FIMI, anche SIAE e Confindustria Cultura Italiana hanno protestato contro le esternazioni del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico nonché Vicepresidente del Consiglio del governo Conte Luigi Di Maio, che oggi, 26 giugno, a margine dell'Internet Day alla Camera dei Deputati, ha pesantemente criticato la proposta europea di riforma del diritto d'autore minacciando di non recepire le eventuali nuove direttive date da Bruxelles in materia di copyright.

“Chiediamo al Ministro Luigi Di Maio di incontrare i rappresentanti dell’industria creativa italiana per un confronto costruttivo sui contenuti della direttiva sul copyright all’esame del Parlamento Europeo”, ha fatto sapere il presidente della Società Italiana Autori ed Editori Filippo Sugar, ricordando - come si legge nella nota diffusa al proposito - che "l’industria creativa e culturale italiana è una delle più importanti risorse del nostro Paese e in questi anni di dura crisi economica ha dimostrato di poter crescere più degli altri settori dell’economia italiana. E’ la terza industria per numero di occupati, con 880 mila occupati diretti (oltre 1 milione se consideriamo anche gli indiretti) e un valore economico di oltre 50 miliardi di euro. Un settore strategico per l’Italia che potrebbe avere un incremento di oltre il 50% di fatturato e di decine di migliaia di posti di lavoro per il Paese se solo riuscisse a sfruttare tutte le opportunità e a contrastare le minacce come il value gap e la pirateria".

“Abbiamo letto con profondo stupore e preoccupazione le dichiarazioni del Ministro e Vice Presidente del Consiglio Luigi Di Maio”, ha fatto eco a Sugar Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia: "“Se fossero confermate, e ci auguriamo vivamente di no, si tratterebbe di un attacco al cuore dell’Industria italiana dei contenuti culturali e più in generale alla tutela della proprietà intellettuale, su cui l’Italia è da sempre paladina e convinta sostenitrice, avendo firmato numerosi Trattati Internazionali in materia. Opporsi alla Direttiva UE sul copyright significa stare dalla parte delle multinazionali del Web, gli OTT che, grazie anche alla loro pressante lobby, hanno costruito un impero e monopoli sull’utilizzo improprio di contenuti altrui. Spiace che il popolo della creatività, gli artisti, i talenti italiani, i lavoratori delle imprese produttrici di contenuti culturali, vengano trattati diversamente rispetto ad altri settori produttivi, su cui il Ministro dello Sviluppo e del Lavoro, in questi primi giorni del Governo del Cambiamento, si è impegnato fortemente per trovare soluzioni e risposte concrete. Chiediamo un incontro urgente al Ministro Di Maio per approfondire il tema e illustrargli le problematiche che ogni giorno le nostre imprese soffrono nel mercato della distribuzione online delle opere dell’ingegno italiane”.
view post Posted: 26/6/2018, 15:48     Nuova riforma del Copyright - Il salotto del fansub
Altro link: https://juliareda.eu/eu-copyright-reform/

Voene spiegato in maniera un po' più comprensibile i molti contro (e forse un pro) della riforma.
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